La parabola del mio anno
racconto di Maura Giacomini
illustrazione di Tiziana Corsini
C’era una donna qualsiasi, all’inizio di un anno qualsiasi, in un posto qualsiasi.
La donna lavorava molte ore al giorno da molti anni preparando pozioni magiche per le persone tristi, cucinava torte per l’anima e dispensava sorrisi.
Da qualche tempo, però, la donna qualsiasi era molto triste ed ogni sera annacquava di lacrime la sua zuppa e sospirava. Aveva un peso sul cuore, un piccolo sassolino come quelli fastidiosi che si infilano nelle scarpe. Non sapeva come toglierselo, togliere un sassolino dal cuore non era semplice come toglierselo da una scarpa, e le sembrava che il tempo lo stesse rendendo sempre più pesante. Comunque non avrebbe saputo dire con certezza se fosse il sassolino ad essere più greve o lei a sentirne di più il peso.
Si guardava attorno, le sue cose qualsiasi e i suoi giorni qualsiasi non le piacevano più, era sicuramente molto stanca, forse riposando un poco le sarebbe passato.
Un giorno aprì la porta, che era ovviamente una qualsiasi porta di un qualsiasi negozio e guardò la stessa strada che guardava ogni giorno e disse: – Qualunque sia la direzione che io prenda uscendo da qui conosco perfettamente dove porti la strada. Eppure…
Eppure, pensò, forse non aveva mai camminato abbastanza in nessuna direzione per scoprire se ci fosse altro lungo la strada.
Così iniziò a camminare e, fatti pochi passi, sentì il gelo accarezzarle le guance e sospirare
La tua casa è calda e sicura,
ma tu non temere, vai senza paura,
io ti accompagno giù fino alla sera,
ti condurrò fino a primavera.
Camminò allora con passo spedito fino al Carnevale dove trovò le maschere della gente, le guardò, le provò un po’ tutte. Alcune erano affascinanti e belle, altre paurose, altre ridicole, alcune spaventose: avrebbe voluto indossarle un po’ tutte per vedere quale le stesse meglio, ma, dopo averne provate un bel po’, una di esse le sussurrò all’orecchio
Siam solo maschere da indossare,
belle o bruttissime siam quel che appare,
se getti il velo vai via sicura,
se non hai veste non hai paura.
Lasciò le maschere dov’erano e proseguì il cammino, arrivò al primo tepore di primavera e pensò che si sarebbe fermata un poco per riposarsi e scaldarsi al sole.
Mentre si era appisolata e i raggi del sole le accarezzavano una gota li udì dire
Ora riposati dalla fatica,
troppo hai penato mia cara amica,
un gran lavoro di giorno e di notte,
dormi che il sonno tutto si inghiotte.
Balzò di colpo e si fece un po’ ansiosa, troppe le cose che stava lasciando, il pane in tavola, il fuoco e il camino, dove stava pensando di andare cosa mai avrebbe trovato.
Si mise a correre fino ad un castello di carte dove incontrò un vecchio giudice assorto sullo scranno che pareva intento a pensare chissà quali e quanti pensieri.
La donna qualunque pensò che di certo una persona tanto saggia e istruita avrebbe saputo cosa ci fosse alla fine della sua strada, stava per riprendere fiato per chiedere ma il giudice, senza alzare il viso, le disse
Tu sei sicura nel guardarti le spalle,
vedi la casa e la tua valle,
vedi il fardello della famiglia,
non hai paura a ritornare figlia?
La donna scosse la testa, non le era ben chiaro cosa volesse dire il vecchio ma riprese il cammino, i fiori di campo dell’estate profumavano l’aria, respirò forte perché all’improvviso sentì che poteva respirare e lo fece.
E mentre l’aria le entrava dentro si sentiva sempre più leggera e da un soffio del suo respiro volarono via dalla gola farfalle di mille colori che, danzandole attorno, le dissero
Guardati indietro, vedi, la porta è già assai lontana,
ora la strada sta per svoltare, voltagabbana,
gira il mantello, rivolta la giacca, sii coraggiosa,
d’ora in avanti non torna la strada, cambia ogni cosa.
Non aveva più passi per tornare e oramai non vedeva più neppure la vecchia porta e la vecchia casa. Si accorse allora che il sassolino si era fatto più grande ma meno pesante, stava invadendo tutto il suo corpo, si ingrandiva come un pallone e la faceva fluttuare leggera nell’aria. Dall’alto vide che la vita esplodeva ovunque nel pieno dell’estate e lei girava in tondo su un cerchio di strade che non portavano in nessun posto.
Il sassolino la depose di nuovo a terra e se ne andò, lei riprese il cammino per le strade che giravano in tondo fino che giunse alla porta di un casolare. Entrò, c’erano profumi conosciuti e familiari nella grande cucina che le confortarono il cuore.
Il sassolino volando via aveva lasciato un bel buco dentro al suo pancino e lei aveva tantissima fame. Così mangiò finchè non si sentì abbastanza sazia da riprendere il cammino allora la casa le disse
Vai ora che lunga è la strada,
portaci nel cuore ovunque tu vada,
ma il tuo cammino qui ora ci lascia,
sii forte e sicura, non stare in ambascia.
Fuori dal casolare tutto le parve diverso, più chiaro e luminoso, la luce del sole le scaldava le spalle e sembrava spingerla delicatamente avanti.
Camminò ancora per un bel tratto, fino ad un grande bosco di alberi spogli per l’inverno, dove stavano appese ai rami delle stelle, allora lei li decorò con i suoi sogni, li spolverò coi suoi pensieri passando delicatamente le dita sulle punte dei rami, e fu Natale.
Si sedette nel cerchio degli alberi, su di un sasso piatto vicino ad una fonte, e sul libro nuovo che trovò lì accanto scrisse
Questa è la pagina della mia vita,
scrivo ogni giorno la storia infinita,
qui io vi dico le mie stagioni,
vi canto all’orecchio le mie canzoni.
Qui io mi fermo per un sogno a sostare,
poi sulla strada dovrò ritornare,
questa è la strada che porta lontano,
vieni anche tu che ti prendo per mano.
Il grosso librone si richiuse posandosi accanto a lei.
Molto era stato fatto, pensò la donna, molto c’era da fare, ma adesso urgeva che lei si trovasse un nome e non poteva essere un nome qualunque.
Maura Giacomini: Cucino da anni come professione, sempre cercando nuovi orizzonti nei sapori e, da qualche anno, oltre a cercare nuovi piatti sto cercando una nuova vita. Oggi sono impegnata nel tirocinio per concludere il mio percorso in Accademia della Felicità come coach. E sto intingendo il piedino in un altro anno di formazione che mi porterà in posti dove non sono mai stata, Parigi e Mykonos per esempio. Il traguardo di tutto questo è la strada stessa che sto percorrendo, la lunga, meravigliosa strada alla scoperta della felicità. Amo scrivere poesie che puoi leggere sul mio profilo Facebook Maura Giacomini.
Tiziana Corsini: Sono una donna che guarda il mondo a testa in giù. Sin da quando ero piccola lotto per difendere il mio mondo fantastico.
Amo scrivere spettacoli, libri di narrativa per bambini e monologhi teatrali. Ho due figli e quando ho smesso di leggere per loro gli ho dedicato il mio primo libro Come una bolla di sapone.
Dipingo su ogni cosa, sassi, tele, legni e più di tutto adoro i ritratti; mi soffermo nei sentieri tracciati nei volti nei quali mi perdo per cercare me stessa. ”Come una bolla di sapone” viaggio, nasco da un soffio, spinta dal vento e di tanto in tanto mi riposo tra le stelle. Nel mio profilo Facebook Tiziana Corsini potrai scoprire qualcos’altro di me.
Grazie Flavia! bellissimo davvero.
Grazie a te e a Tiziana, Maura, per aver voluto regalare al progetto parte di voi!